Con l'aumento delle ore di sole e l'avvicinarsi dei mesi di massima produzione energetica, molti proprietari di impianti fotovoltaici si chiedono se e quanto convenga pulire i propri pannelli. Polvere, polline, smog, escrementi di uccelli e altri detriti possono infatti accumularsi sulla superficie, riducendo la quantità di luce solare che raggiunge le celle e, di conseguenza, l'energia prodotta. Ma quanto incide questo calo e quando l'intervento di pulizia diventa economicamente vantaggioso?

Nel nostro caso non abbiamo pulito i pannelli per tre anni perché non è facile pulirli: sono installati sul tetto spiovente e la pulizia richiede l’intervento di qualcuno. In questi anni, soprattutto l’ultimo, ha piovuto parecchio e abbiamo pensato che i pannelli fossero sufficientemente puliti. Quando sono arrivate però le prime giornate di sole, e abbiamo visto che non si riuscivano più a toccare i 4 kW di produzione di picco che invece abbiamo registrato i primi anni, con una diminuzione anno su anno, ci siamo domandati se fosse davvero così.

Una analisi ravvicinata ha dimostrato che, nonostante le piogge invernali la superficie del pannello era incrostata di sabbiolina, probabilmente un residuo di quella pioggia mista “sabbia” del Sahara che a colpito la Lombardia a giugno dello scorso anno. Cotta dal sole per tutta l’estate la sabbia è rimasta attaccata al pannello e anche con un panno umido è difficile da togliere, si deve proprio scrostare.

Quanto si perde con i pannelli sporchi?

La perdita di efficienza dovuta allo sporco non è trascurabile. Secondo le stime del settore, un impianto fotovoltaico non pulito regolarmente può vedere la sua resa diminuire dal 5% fino al 20% nei casi di sporco più ostinato o accumulato nel tempo.

Questa riduzione si traduce direttamente in minori kWh prodotti e, quindi, in minori risparmi in bolletta o minori guadagni dalla vendita dell'energia in eccesso. La perdita è ovviamente variabile: aumenta quando aumenta la radiazione solare e soprattutto varia a seconda del tipo di sporco, se è una patina superficiale incide poco ma se il pannello si trova in una zona con molti volatili che hanno scambiato i pannelli per il loro gabinetto incide di più.

Se si può è sempre bene pulirli, ma sui tetti è difficile fare in autonomia

Per chi ha la fortuna di avere pannelli facilmente accessibili – ad esempio su tetti piani, tettoie basse o installazioni a terra – la pulizia fai-da-te rappresenta la soluzione più conveniente. Armati di spazzole morbide (per non graffiare il vetro), acqua (possibilmente demineralizzata per evitare aloni calcarei) e rispettando le norme di sicurezza (lavorare preferibilmente nelle ore meno calde, staccare l'impianto se necessario, non usare getti ad alta pressione), è possibile ripristinare l'efficienza ottimale con un investimento minimo di tempo e materiali. Se i pannelli sono a portata di mano e l'operazione non comporta rischi, non ci sono quindi scuse per non farlo.

Se i pannelli sono difficili da raggiungere, installati su tetti spioventi o se semplicemente si preferisce non correre rischi e affidarsi a mani esperte, esistono numerose aziende specializzate nella pulizia degli impianti fotovoltaici.

Il costo di un intervento professionale varia, ma un riferimento comune nel mercato è di circa 80 euro per kilowatt picco (kWp) di potenza installata. Per un tipico impianto domestico da 3 kWp, la spesa si aggirerebbe quindi intorno ai 240 euro anche se si trovano pacchetti a meno, a che qui dipende dalle situazione. Se si deve affittare una piattaforma in ogni caso non si scende sotto i 200 euro per la pulizia completa dei pannelli. Qui entra in gioco una seconda domanda: i 200 euro spesi si recuperano?

La prova pratica: 2.5 kWh in un giorno guadagnati

Quanto si guadagna effettivamente pulendo i pannelli? Abbiamo pulito i pannelli sporchi e abbiamo confrontato la produzione giornaliera media dell’impianto prima e dopo la pulizia in una serie di giornate soleggiate di primavera (tra il 31 marzo e il 6 aprile). Ogni giorno è diverso dall’altro, ma su diversi campioni abbiamo registrato una differenza positiva media di +2,50 kWh al giorno a favore dei pannelli puliti.

A sinistra un giorno con pannelli puliti, a destra con i pannelli sporchi. Si vede come l'impatto del pannello pulito si ha nelle ore con maggiore radiazione solare

Questo guadagno giornaliero, naturalmente, non è costante tutto l'anno, ma si concentra nei periodi di maggiore irraggiamento solare. Stimando che questi periodi ad alta produttività coprano circa 120-150 giorni all'anno, possiamo calcolare il potenziale risparmio annuo, ipotizzando un costo dell'energia elettrica di 0,25 €/kWh:

Scenario Conservativo (120 giorni/anno):
  • Guadagno energetico: 2,3 kWh/giorno * 120 giorni = 276 kWh/anno
  • Risparmio economico: 276 kWh * 0,25 €/kWh = 69,00 € / anno
Scenario Ottimistico (150 giorni/anno):
  • Guadagno energetico: 2,3 kWh/giorno * 150 giorni = 345 kWh/anno
  • Risparmio economico: 345 kWh * 0,25 €/kWh = 86,25 € / anno

Basandosi su questo caso specifico, la pulizia dei pannelli fotovoltaici potrebbe quindi generare un risparmio annuo compreso tra 69 e 86 euro. Molto meno di quanto costerebbe la pulizia annuale.

Pulire conviene sempre per la produzione, meno per i costi

La pulizia dei pannelli fotovoltaici è un intervento che porta benefici tangibili in termini di produzione energetica. Se l'operazione può essere svolta in sicurezza e autonomia, il guadagno è netto e l'intervento è sempre consigliato, almeno una o due volte l'anno (tipicamente in primavera e fine estate).

Se invece è necessario rivolgersi a professionisti, bisogna confrontare il costo dell'intervento con il risparmio annuo stimato, nel nostro caso, 69-86 €. Con questi numeri, per un impianto da 5 kWp (costo pulizia circa 200 €), l'investimento per la pulizia professionale si ripagherebbe in circa 3-3.5 anni, considerando solo l'aumento di produzione.

La decisione dipenderà quindi dalla valutazione del livello di sporco accumulato, dalla facilità di accesso e dalla propria propensione a investire nella manutenzione per massimizzare la resa del proprio impianto nel lungo periodo: indispensabile controllare lo storico di produzione con il passare del tempo e fare contorni tra due “campane”, quindi tra due curve di produzione in giorni di sole pieno nello stesso periodo.

Fino a quando la perdita è nell’ordine del 5% si può accettare una perdita di produzione che la spesa per la pulizia non riuscirebbe mai a compensare.