Da anni Qualcomm mostra allo Snapdragon Summit le potenzialità della piattaforma Snapdragon Sound con un focus sulla tecnologia XPAN, che permette di estendere la portata e la qualità della connessione utilizzando una micro-rete wireless che si appoggia oltre che sul Bluetooth anche sul Wi-Fi. Xiaomi è il primo nome di rilevo a lanciare sul mercato auricolari che usano questa tecnologia, e questo vuol dire che per la prima volta su un paio di auricolari true wireless si riesce ad avere una connessione a 4.2 Mbps dedicata all’audio, quanto basta per poter trasmettere audio stereo lossless ad una frequenza di campionamento elevata, 24 bit e 96 kHz. Giusto per essere precisi servirebbero 4.6 Mbps per trasmettere un segnale stereo 24/96 non compresso, ma usando un codec lossless 3 Mbps bastano e i 4.2 offerti da XPAN sono più che abbondanti.

Le Xiaomi Buds 5 Pro Wi-fi vengono vendute in due versioni, bluetooth e Wi-fi, ma la presenza del Wi-Fi non esclude quella del Bluetooth: il modello da noi provato funziona ugualmente in bluetooth con tutti gli smartphone appoggiandosi ai codec più noti, SBC, AAC e AptX ma su alcuni modelli specifici guadagna i super poteri grazie a XPAN. Ci troviamo davanti a quella che possiamo definire l’implementazione più avanzata di wireless audio su un paio di auricolari, perché oltre al classico bluetooth e all’XPAN Wi-fi c’è anche una via di mezzo offerta sempre dal bluetooth 5.3 grazie al nuovo standard LE Audio con codec LC3: in questo caso non si arriva a 4.2 Mbps ma ci si ferma a 2.1 Mbps una qualità comunque superiore e con compatibilità lossless a 24 bit 48 kHz.

Modalità audio LE
Modalità P2P: da nessuna parte c'è un riferimento a questa modalità che tuttavia ogni tanto appare
Qui la connessione lossless a 4.2 Mbps

Per fruire dell’XPAN serve uno smartphone con processore Snapdragon ma la presenza del solo SoC potrebbe non essere sufficiente, perché anche la personalizzazione di Android deve poter supportare certe funzioni. Nel nostro caso, ad esempio, abbiamo provato gli auricolari con successo in Wi-fi usando lo Xiaomi 15 Ultra ma sul POCO, che è sempre Xiaomi e ha sempre Snapdragon 8 Elite, non si aggancia il Wi-fi e ci si ferma al comunque ottimo audio LC3.

La trasmissione a larga banda non è l’unica caratteristica di punta delle Xiaomi Buds 5 Pro Wi-fi, perché questi auricolari dispongono anche di funzione di registrazione dell’audio sugli auricolari stessi. Usando l’app, ma si può impostare anche un comando su un auricolare (es. doppia pressione), la memoria interna registra in bassa qualità tutto quello che passa all’interno del sistema di amplificazione, questo vuol dire che registra audio di film, musica e telefonate.

Quando si inizia a registrare c’è una voce che dice “la registrazione è iniziata” ma abbiamo chiesto a più interlocutori e pare che la voce la senta solo chi sta registrando, non l’interlocutore che se non viene avvisato dall’utente viene registrato senza che se ne accorga.

Il prezzo delle Xiaomi Buds 5 Pro Wi-fi: non è basso, 219 euro, ma come sempre le considerazioni si fanno alla fine.

Design classico, costruzione così così

Il design delle Xiaomi Buds 5 Pro è il tipico design degli auricolari Xiaomi con qualche influenza che arriva da altri brand, vedi il gioco di trasparenze della cover. Dal punto di vista puramente costruttivo si poteva fare sicuramente meglio: la stessa cerniera del coperchio ha sicuramente più gioco della cerniera delle AirPods o delle Galaxy Buds Pro ma soprattutto le abbiamo in tasca da circa 15 giorni e la scritta Xiaomi frontale ha già perso parte della “m”.

Da valutare sul lungo periodo la resistenza ai graffi: la cover in policarbonato trasparente ad oggi ha mantenuto buona parte della sua trasparenza, ma è inevitabile il rischio di una opacizzazione dovuta a micro graffi superficiali. Insomma, non sembrano proprio “premium”. Gli auricolari scuri non sono bellissimi, la stanghetta dorata è un tocco troppo orientale, ma sono comunque comodi e vestono bene per quanto sia sempre soggettivo e legato alla fisionomia di una persona.

L’unico aspetto sul quale abbiamo qualcosa da dire è la necessità di ruotare di 180° gli auricolari per poterli mettere nella custodia: il destro va a destra, ma deve essere ruotato per potersi agganciare e ricaricare.

Morbidissimo il silicone del gommino, al quale va il merito di creare un ottimo isolamento passivo di partenza che aiuta la cancellazione attiva del rumore, aspetto questo che ci ha davvero sorpreso in alcune situazioni. Il gommino non ha protezione contro lo sporco, c’è solo la griglia metallica che protegge i driver degli auricolari: avremmo preferito una doppia protezione perché il gommino è facile da pulire, quella degli auricolari no.

Un po’ lenti i comandi, e vale sia per il touch che regola il volume sia per il sensore che permette di ciccare tra le modalità di cancellazione del rumore con un tocco prolungato. Gli auricolari possono collegarsi a più sorgenti ma non c'è il cambio automatico delle sorgenti audio, è necessario mettere in pausa manualmente per cambiare. Ottima l’autonomia, usando il codec base si fanno quasi 6 ore e 20 minuti con una sola carica e come vedremo anche in Wi-fi l’impatto sul consumo è minimo.

Come funziona e come si sente l’audio wireless

Quando proviamo solitamente cuffie o auricolari la maggior parte delle persone punta il sito sul codec, segnalando l’assenza di codec hi-res. Che è giusto, perché alla fine senza supporto hi-res l’audio che ascoltiamo tramite gli auricolari da un servizio che offre audio ad alta risoluzione viene “distrutto” proprio dalla trasmissione. Non basta però avere un codec o avere 4.2 Mbps di banda per il segnale per avere la certezza che un auricolare suoni bene, e questi Xiaomi ne sono la prova lampante: nonostante l’azienda parli di triplo driver la resa audio non è davvero “audiophile”.

Questo non vuol dire che suonano male, ma non suonano in modo diverso rispetto a tanti auricolari true wireless che costano un quarto. A tratti gli alti sono troppo pungenti, il basso è frenato e le medie sono un po’ impastate, e solo usando il profilo Harman Master si riesce ad avere una resa abbastanza controllata e una buona tridimensionalità restando nell’ambito della pura stereofonia. L’audio spaziale, che si può impostare, con la musica ci restituisce una sensazione più di confusione che di apertura, la scena si sposta ma al posto di distribuirsi correttamente attorno a noi tende a concentrarsi sbilanciata o a destra o a sinistra. Molto meglio invece con i video, dove l’audio spaziale, che è comunque lontano parente come resa di altre soluzioni “atmos like”, non ci dispiace. C’è un po’ di tuning da fare.

Inutile girarci attorno, ci aspettavamo qualcosa di più soprattutto viste le premesse: ci sono auricolari che, pur non partendo da una traccia FLAC 24 bit 96 kHz e senza avere un sistema di trasmissione con così tanta banda, suonano meglio a parità di spesa.

La gestione dei profili audio è un po' caotica
Per avere i 4.2 Mbps serve uno smartphone specifico

C’è una nota positiva: XPAN e Wi-fi consumano davvero poco. Usando la modalitò a 4.2 Mbps gli auricolari consumano meno di quanto consumino altre cuffie usando codec come LDAC su Bluetooth ma consumano comunque di più rispetto al bluetooth, siamo riusciti a fare circa 3.2 ore di ascolto a volume moderato e ad una certa distanza dallo smartphone.

C’è infine una cosa che non siamo riusciti a fare: il roaming Wi-fi. XPAN di Qualcomm, oltre ad aumentare la banda di trasmissione dovrebbe in linea teorica permetterci di muoversi liberamente all’interno della casa ascoltando la musica tramite l’infrastruttura wi-fi domestica. In fase di configurazione degli auricolari una persona dovrebbe poter inserire la password di rete e gli auricolari, che restano collegati alla micro-rete wireless dello smartphone, se vengono allontanati troppo dal punto di trasmissioni automaticamente e senza interruzioni passano alla rete wi-fi di casa per tenere vivo il collegamento. Questi auricolari non ci hanno chiesto la password, e soprattutto continuano a indicare Wi-fi 4.2 Mbps anche se teniamo il wi-fi spento da impostazioni. Al contrario appena togliamo il bluetooth smettono di funzionare, e la connessione si stacca se ci allontaniamo troppo.

Cancellazione del rumore sorprendente in aereo, ma in altri posti fa pasticci

La prima volta che abbiamo indossato questi auricolari stavamo prendendo un aereo e nel momento in cui li abbiamo indossati la sensazione è stata wow. La cancellazione del rumore in aereo, con il fruscio costante, è eccezionale, meglio di quella delle Huawei FreeBuds Pro che usiamo di solito e meglio di quella delle AirPods Pro. Xiaomi gestisce molto bene anche il fruscio del rumore bianco in modalità ANC e Trasparenza: un leggero fruscio in ambiente silenzioso di sente, ma quando siamo in un ambiente rumoroso e il sistema sta lavorando proprio per permetterci di tenere un volume più basso è davvero impossibile percepirlo.

Non c’è neppure quell’effetto di vuoto che alcuni auricolari danno, sia la musica sia il parlato nel caso di podcast o serie TV non viene alterato più di tanto dagli algoritmi di cancellazione. Il problema è che queste prestazioni super non le abbiamo in tutti gli ambienti rumorosi ma solo in quelli dove il rumore di fondo è costante: la chiassosa tavola calda dove ogni giorno andiamo a pranzo con la redazione resta chiassosa anche con le cuffie, un po’ meno chiassosa ma il rumore non viene cancellato efficacemente come in aereo. Anche in treno la cancellazione è leggermente meno efficace che in aereo.

Xiaomi ha probabilmente disegnato curve molto aggressive per alcuni profili di rumore e in questi casi il risultato è davvero ottimo, ma in altri casi non è così efficace. Nel complesso, comunque, ci troviamo davanti a buonissimi auricolari con cancellazione del rumore. Sicuramente meglio questo aspetto della riproduzione audio di qualità.

Da segnalare la presenza della modalità trasparenza, che si attiva automaticamente quando c’è un solo auricolare inserito: visto che solitamente si inserisce prima un auricolare e poi l’altro ogni volta che indossiamo le Buds c’è un doppio salto, modalità trasparenza prima e poi modalità cancellazione, e questo vale anche quando si tolgono. Xiaomi dovrebbe ritardare l’inserimento della modalità trasparenza di qualche secondo per capire se una persona vuole usare un solo auricolare o li sta semplicemente indossando entrambi.

Una nota sulle chiamate: in ambiente molto rumoroso, sopra i 60 dB, la cancellazione del rumore non fa miracoli e la qualità della chiamata un po’ ne risente. Se non c’è troppo rumore la qualità di chiamate è più che buona.

Un’ottima base non sfruttata a pieno

Inutile girarci attorno: da un paio di auricolari improntati all’audio Hi-Res che costano 219 euro di listino ci aspettavamo molto di più sul fronte della qualità audio. Non suonano male, ma non suonano nemmeno come altri modelli che appartengono alla stessa fascia di prezzo: parte dei problemi potrebbero in ogni caso essere risolti con una buona equalizzazione, perché il profilo harman/kardon Master Audio è già in grado di risollevare una situazione che in modalità “flat” sarebbe peggiore. Ad oggi inoltre solo con pochissimi smartphone Xiaomi si può godere della connettività Wi-fi che tuttavia non offre quello che dovrebbe offrire: non siamo riusciti a fare roaming sulla infrastruttura Wi-Fi per restare connessi mentre giriamo per la casa e la connessione a 4.2 Mbps, che secondo l’interfaccia è attiva non ci ripaga poi con una qualità di ascolto sopraffina.

A 219 euro ci aspetteremmo anche una qualità costruttiva decisamente più alta, invece la costruzione è un po’ cheap. Ottima la resa della cancellazione del rumore in volo, e ottima anche l’autonomia: in modalità classica con bluetooth si toccano anche le 7 ore con un volume medio.