Se a prima vista il nuovo televisore LG OLED evo G5 può non sembrare così diverso dai suoi predecessori, non lasciatevi trarre in inganno: il nuovo top di gamma (o quasi, visto che tecnicamente un gradino sopra c'è l'OLED M5 identico, ma con box wireless) segna un deciso balzo in avanti per il segmento dei TV OLED. È il primo televisore di LG ad arrivare sul mercato con il nuovo display OLED con architettura a quattro strati emissivi, che offre un significativo aumento di efficienza luminosa. Ma è anche il modello che monta il più potente processore video della gamma TV di LG, la seconda generazione di a11 che aveva debuttato lo scorso anno sulla serie G4. La serie G5 punta quindi ad offrire il massimo della qualità di immagine che la tecnologia OLED può oggi offrire, e la più fluida esperienza di smart TV. Quest'anno webOS si arricchisce di nuove funzioni sotto il segno dell'intelligenza artificiale, con un nuovo assistente virtuale tre-in-uno,  che offre ricerche di contenuti più efficaci e una maggiore semplicità di utilizzo per gli utenti meno esperti, e nuove possibilità di personalizzazione. La serie G5 quest'anno parte per la prima volta da 48 pollici e arriva fino a 97 pollici. Abbiamo provato la versione da 55 pollici, prezzo suggerito al pubblico di 2299 euro, quindi 100 euro in meno rispetto al prezzo di lancio della serie G4.

Disponibile con piedistallo o staffa da parete. In Italia rimane il tastierino sul telecomando

A livello di design c'è poco da evidenziare: il nuovo G5 è esteticamente indistinguibile dai predecessori. Come già per il G4 lo scorso anno, anche il nuovo G5 è distribuito in Italia in due versioni, con piedistallo oppure con la staffa da parete per installazione a filo parete. Del resto, questa serie è pensata proprio per essere appesa al muro, con uno spessore complessivo di appena 2,7 cm, e un bel profilo metallico che restituisce un efficace effetto quadro.

La versione che abbiamo ricevuto per la nostra prova è quella con il piedistallo, che può essere installato con due opzioni di altezza della base dello schermo rispetto alla base di appoggio, in modo da accomodare eventualmente una soundbar. Si tratta di una base completamente diversa da quella distribuita come accessorio per il G3 e modelli precedenti, ed esteticamente si accorda meglio con il design del TV.

Il cavo di alimentazione è pre-montato sul retro del televisore, anche perché non ci sarebbe abbastanza spazio per il connettore di potenza, ma il cavo dovrebbe essere sufficientemente lungo per la maggior parte degli scenari di installazione a parete.

A livello di tipologia e numero di connessioni disponibili nessuna sorpresa: abbiamo sempre quattro ingressi HDMI 2.1, ora compatibili con segnali fino a 165 Hz, con supporto per VRR, AMD FreeSync Premium e NVIDIA G-Sync (con certificazione NVIDIA). LG rimane l'unica a supportare oltre che il VRR anche la funzione QMS (Quick Media Switching), che consente con le sorgenti compatibili (come Apple TV) di cambiare frame rate senza stacchi nel segnale. Ci sono poi l'uscita digitale ottica SPDIF per i disponibili non compatibili eARC, tre porte USB, terminali di antenna terrestre e sat, slot Common Interface e porta di rete ethernet. 

Il campione fornitoci per la prova arriva con il nuovo telecomando disponibile in altri mercati, ma in Italia ci sarà il classico telecomando LG con tastierino numerico, funzione puntatore e rotellina di selezione. È stato però riadattato con il nuovo tasto AI che prende il posto a quello con il simbolo del microfono e oltre al tasto home troviamo ora anche un pulsante per la home dashboard che porta alla gestione di sorgenti e dei dispositivi IoT connessi alla piattaforma LG ThinQ.

Esperienza più personalizzata. Ma in Italia per ora l'AI è un po' zoppa

Il nuovo OLED evo G5 arriva con tutte le ultime novità di webOS. La parola d'ordine è personalizzazione: il TV riconosce la nostra voce e seleziona automaticamente il nostro profilo utente, visualizzando così la home screen con le nostre preferenze in termini di app preferite, disposizione degli hub e consigli personalizzati sui contenuti da guardare basati sui nostri gusti.

WebOS 25 introduce diverse funzioni legate all'intelligenza artificiale con un assistente vocale che ci permette di interagire con tre diversi "agenti": un motore di ricerca di contenuti, un chatbot in grado di rispondere a quesiti sul funzionamento del TV o per la risoluzione di problemi, e per richieste generiche una sorta di integrazione con Copilot di Microsoft. Se negli Stati Uniti e in Corea del Sud queste interazioni sono mediate da un assistente basato su un large language model, in Europa per il momento ci dobbiamo accontentare del classico interprete in linguaggio naturale. Il che significa che se non si utilizzano parole chiave il più vicino possibile ai comandi che il TV è in grado di interpretare, l'interazione non è sempre fluidissima.

La cosa che funziona meglio è sicuramente la ricerca di contenuti, ma nei nostri test, ponendo al TV diversi quesiti sul funzionamento del TV (ad esempio "come posso sentire meglio le voci"?), abbiamo ottenuto in risposta dei risultati di una ricerca su YouTube. Copilot ci viene proposto come prima scelta dei risultati e una volta selezionato apre sostanzialmente una sessione nel browser.

Sempre parlando di AI, LG ha esteso quest'anno la funzione che consente di creare un profilo di immagine personalizzato rispondendo a semplici domande anche all'audio. Il preset audio AI Sound Pro, sulla serie G5, porta il virtual surround fino a 11.1.2 canali, mentre le elaborazioni AI per l'immagine, AI Picture Pro e AI Brightness rimangono opzioni attivabili singolarmente "on top" ai vari preset di immagine.

A livello di home screen non abbiamo grandi sconvolgimenti rispetto alla versione precedente. Tutto rimane molto razionale e ben organizzato, con un grande carosello nella parte alta, seguito dalla barra delle app preferite e le cartelle o "hub" e i contenuti raccomandati dalle varie piattaforme nel secondo scroll. Anche il menù delle impostazioni, con il menù rapido a widget, non ha subito variazioni significative, così come l'EPG e la gestione dell'elenco canali. La novità più interessante è a nostro avviso la fluidità dell'esperienza di utilizzo: l'interfaccia è davvero responsiva, le app si aprono rapidamente, e il sistema ci è parso davvero fluido e scattante. Solo il menù generale ha sempre un po' di lag nel caricamento quando si passa dal menù di scelta rapida a quello completo.

Il TV OLED più luminoso di sempre

La novità più importante introdotta dal nuovo LG OLED evo G5 è la tecnologia dello schermo che introduce un nuovo stack emissivo composto da quattro strati e che merita un minimo di approfondimento. Si tratta sempre di tecnologia "White OLED", per cui il pannello emette una luce bianca, che poi passa da filtri colore WRGB, con il subpixel bianco che serve per aumentare l'efficienza luminosa. Ciò che cambia dal G4 (e modelli analoghi dello scorso anno) al G5 è che ora la luce bianca è ottenuta da due strati blu, uno rosso e uno verde, opportunamente disposti, da cui il nome "Primary RGB Tandem" utilizzato dal produttore LG Display. Rispetto all'architettura precedente, il nuovo pannello è talmente più efficiente, che LG ha deciso di eliminare le microlenti introdotte appena due anni fa. Una scelta che trova riscontro nella misura della luminanza di picco, che effettua un balzo da una generazione all'altra davvero inedito.

Il grafico riporta l'andamento della luminanza di picco del nuovo LG G5, misurata su percentuale di copertura dello schermo crescente, raffrontata con quella dello Z95A di Panasonic che montava la generazione precedente di pannello OLED META 2.0, e il Samsung S95D con pannello QD-OLED, due dei TV più luminosi dello scorso anno. Il grafico parla da solo, con la luminanza di picco del nuovo LG G5 che sfiora addirittura le 2500 cd/m2 nell'intervallo dall'1% al 10%. Ma altrettanto interessante è il dato su 50% e 75% di copertura della superficie dello schermo, con valori quasi doppi rispetto ai modelli dello scorso anno. A pieno schermo siamo a poco più di 370 cd/m2.

Il grafico mostra la copertura dello spazio colore P3 per valori crescenti di luminanza (gli anelli più esterni). Il grafico a Gamut Ring è stato ottenuto con il TV in modalità HLG e un campionamento opportuno del volume colore. Si ringrazia Johan Bergquist, ricercatore ed editor dell'ICDM, per il supporto.

Il nuovo pannello, grazie a componenti cromatiche più pure, offre anche miglioramenti sul versante del color gamut. Se la copertura dello spazio colore BT.2020 arrivava intorno al 73% sulla generazione precedente di OLED di LG Display, il G5 porta la copertura al 77% (sul diagramma CIE 1931 xy). La copertura dello spazio P3, passa invece dal 97,3% al 99,8%. Il volume colore, però, migliora ma non troppo, in quanto a spingere è sempre per lo più il subpixel bianco. La luminanza dei colori primari è senza dubbio aumentata, in particolar modo quella del verde, ma sempre proporzionalmente al bianco, non cambiando in modo significativo il rapporto tra luminanza del bianco e somma dei primari rispetto alla generazione precedente. Lo ritroviamo anche nell'analisi a gamut rings che mostra miglioramenti sul fronte della copertura dello spazio P3 ad elevati livelli di luminanza (proprio sul verde e in parte il rosso), ma ancora lontana dal 100% raggiunto dai display QD-OLED. Ciò non toglie che i miglioramenti siano significativi.

Da quest'altro grafico, che riporta i risultati del test ColorMatch HDR di Calman di Portrait Displays su toni presi da reali contenuti HDR, è evidente il cambio di passo: se fino alla scorsa generazione, tipicamente i grafici dell'errore DeltaE ITP mostravano significative differenze tenendo conto del livello di luminanza (a sinistra) o meno (a destra), ora guardando i due grafici le differenze sono minime. Il risultato è ottimo, con la media "rovinata" da un unico campione.

Peraltro, LG Electronics continua a offrire una calibrazione di fabbrica out-of-the-box eccellente: il campione di G5 che abbiamo ricevuto, in Filmmaker Mode era pressoché già perfetto così, con livelli di deltaE davvero bassissimi. In HDR abbiamo notato una lievissima deviazione dalla curva PQ, che riportiamo solo per dovere di cronaca.

Un TV che convince su quasi tutta la linea

Chiusa la parentesi più da laboratorio, passiamo alla visione di contenuti reali che poi è quello che ci interessa davvero, e il nuovo LG OLED evo G5 non delude le aspettative. Il TV, come si può ben immaginare da quanto abbiamo descritto fin qui, offre una gamma dinamica davvero spettacolare, che permette di presentare al meglio i titoli che più fanno uso dei formati HDR. La scena della tempesta di sabbia di Mad Max Fury Road, ad esempio, è abbagliante quasi quanto su un miniLED e, pur non avendo potuto fare un raffronto diretto, siamo certi che il rosso delle fiamme e dei tornado non sia mai stato così vivo su un OLED con tecnologia LG. Se in generale riflessi speculari e dettagli degli effetti speciali giovano chiaramente di una luminanza di picco così elevata, è soprattutto il miglioramento dell'efficienza luminosa generale che si fa notare maggiormente.

Un esempio è il segmento del fuoco del corto Sol Levante su Netflixche vede finalmente il G5 non piegarsi, con una resa davvero simile alla tecnologia QD-OLED come espressione del colore, e una dinamica che non fa troppo rimpiangere i miniLED. Cieli intensi, spiagge assolate, scene di incendi, sono altri esempi in cui la maggiore dinamica del G5 si fa notare in modo evidente. L'algoritmo di tone mapping dinamico di LG continua a seguire una filosofia "massimalista" che devia dall'intento creativo anche in modo significativo per rendere l'immagine mediamente più luminosa e d'effetto. Più sottile, come già sui modelli precedenti, il parametro "Expression Enhancer", che interviene in modo più misurato per migliorare la profondità della scena senza esagerare. Rimane una questione di gusti naturalmente, ma onestamente il Filmmaker Mode, disponibile ora anche per i contenuti Dolby Vision, ci è parso perfetto così com'è che non abbiamo sentito la necessità di ulteriori elaborazioni.

Buona la resa sulle basse luci, con un'uscita dal nero per lo più precisa, e la capacità di rendere le sfumature sulle ombre in modo efficace, senza chiusure e preservando un buon livello di dettaglio. Qui emerge però anche una certa tendenza del nuovo G5 a trovarsi meno a suo agio con il materiale più compresso. Finché come sorgente utilizziamo dischi Blu-ray o UHD Blu-ray in HDR, la resa è ineccepibile. Con sorgenti in streaming e inevitabilmente più compresse, emerge più rumore del solito, specie nella forma di banding. In parte ciò è dovuto ad una sorta di dithering che già lo scorso anno abbiamo notato su altri modelli OLED (in particolare il Panasonic Z95A), specie in presenza di panning laterali della camera da presa. All'interno del menù "chiarezza" delle impostazioni video, è possibile utilizzare il parametro "gradazione colore" per ridurre questo rumore, arrivando persino ad azzerarlo nella maggior parte delle situazioni impostandolo sul massimo, ma nelle scene più scure, così facendo, viene introdotto anche una sorta di "inverse ghosting" in prossimità dei contorni principali che può risultare più fastidioso del banding stesso. Curiosamente, confrontando alcuni spezzoni di film in streaming in Dolby Vision da iTunes utilizzando sia una Apple TV collegata in HDMI, che l'app interna di webOS, abbiamo ottenuto una riproduzione più pulita con quest'ultima, ma sempre con un po' di banding nelle scene scure più difficili.

Detto questo, per il resto la resa è senza dubbio di altissimo livello. Le immagini sono sempre molto dettagliate, non si notano imprecisioni sui contorni principali, mentre il micro contrasto che solo l'OLED riesce a restituire offre immagini con una spiccata profondità. A livello di processore video, con contenuti in 1080p l'upscaling è davvero eccellente, mantenendo sempre un ottimo micro dettaglio, senza introdurre effetti di alias e con contorni puliti, seppure con una leggere accentuazione. Con i pochi contenuti in definizione standard rimasti, l'upscaling chiaramente fatica di più, ma la resa rimane quanto meno decorosa, anche se qui la tendenza a mettere in mostra la compressione si fa più evidente. Interessante l'effetto della modalità AI Picture Pro, disponibile solo con i canali TV e sorgenti esterne: a differenza di altri produttori, LG ricorre all'AI in modo molto misurato, lavorando scena per scena per migliorare contrasto e profondità, ma senza generare "mostri". Specie nella visione di vecchi DVD può dare una mano. Esemplare la gestione del movimento, anche senza ingaggiare il sistema di interpolazione TrueMotion, con un'ottima fluidità dei contenuti a 24p.

Non abbiamo avuto la possibilità di testare la nuova modalità a 165 Hz, ma utilizzando una console PS5, abbiamo rilevato un'ottima implementazione del VRR fino a 120 Hz. Buono anche il supporto all'HDR in modalità gioco, con la possibilità di disattivare completamente il tone mapping selezionando la modalità HGiG. Da segnalare però che quando in modalità gioco, occorre impostare a mano la temperatura colore per riportarla al riferimento D65 (su "Caldo 40" nel nostro caso). La stabilità del nero in VRR ci è parsa davvero ottima sul G5: giocando a diverse sequenze scure di The Last of Us Part 1 non abbiamo notato flickering o altri artefatti, ottenendo sempre una fluidità esemplare e un ottimo effetto HDR.

Sul versante audio, il limite maggiore è dato dalla dimensione dei diffusori, dato il ridotto spessore del televisore. Anche se a livello di pressione sonora il G5 è un po' limitato, grazie all'elaborazione AI Pro Sound, il TV riesce a ricreare una buona sensazione di spazialità, mantenendo le voci sempre chiare e distinte, seppure a tratti un filo metalliche. In modalità standard o cinema, il suono appare più compresso e limitato in dinamica e con un fronte sonoro decisamente più ristretto, seppure con una risposta tutto sommato più bilanciata. In generale il TV non scende molto in bassa frequenza, ma dopo aver effettuato l'AI tuning con il microfono del telecomando e impostato la modalità bass boost, si ottiene comunque una risposta in frequenza discretamente bilanciata. In definitiva, la resa sonora è superiore a quello che ci si potrebbe aspettare da un TV così sottile, ma rimaniamo dell'opinione che non affiancare un buon sistema audio ad un TV di questa caratura sarebbe un delitto.