Il Tribunale Ordinario di Roma, accogliendo il ricorso d’urgenza di RTI del Gruppo Mediaset, ha ordinato a Cloudflare di cessare la fornitura di servizi di funzionamento di portali pirata come “GuardaSerie” e impedire agli utenti di accedervi.

GuardaSerie è un sito che, senza autorizzazione, pubblica anche video di programmi televisivi come "Amici di Maria de Filippi", "Ciao Darwin", "Grande Fratello", "Grande Fratello VIP", "I Cesaroni” e altri spettacoli Mediaset.

Secondo le analisi tecniche di Mediaset è emerso che GuardaSerie, grazie ai servizi di Cloudflare, ha potuto cambiare nel tempo decine di estensioni del nome a dominio per aggirare controlli e sanzioni del Garante delle comunicazioni AGCOM.

I giudici romani hanno quindi stabilito che Cloudflare è responsabile di “concorso nell’attività illecita di diffusione di programmi audiovisivi” di cui Mediaset è titolare esclusiva dei diritti.

Cloudflare, oltre all’obbligo di cessare immediatamente la fornitura dei servizi erogati a favore dei portali pirata, è stata condannata al pagamento di 1.000 euro per ogni giorno di ritardo nell’ottemperare le disposizioni del tribunale.

Ricordiamo che Cloudflare è l’azienda statunitense che fornisce servizi che includono Content Delivery Network (CDN), protezione contro attacchi DDoS, firewall per applicazioni web e anche gestione di domini. In particolare, la CDN di Cloudflare può mascherare l’origine dei server, proteggendoli da potenziali attacchi e rendendo più difficili i tentativi di localizzare e bloccare i portali ospitati.

Mediaset più brava della Lega di Serie A?

La sentenza dei giudici del Tribunale Ordinario di Roma fa notizia perché Mediaset è riuscita a far ottenere a Cloudflare un ruolo nell’attività illecita dei portali pirata, laddove la Lega Calcio con la piattaforma antipirateria Piracy Shield non ci è riuscita.

A maggio di quest’anno, la Lega di Serie A aveva portato Cloudflare davanti al tribunale di Milano per costringerla a iscriversi a Piracy Shield e adempiere ai blocchi imposti dalla piattaforma.

Il foro milanese, ad agosto, ha però rigettato il ricorso perché ha ritenuto “estraneo al perimetro dei poteri assegnati alla Autorità Giudiziaria” l’imposizione ad un operatore internazionale di iscriversi ad una piattaforma, Piracy Shield, alla quale devono aderire per legge solo gli operatori che agiscono in Italia.

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La vittoria di Mediaset e la sconfitta della Lega di Serie A riguardano quindi un “nemico” comune che però è stato affrontato su territori diversi.

Mediaset ha chiamato in causa il favoreggiamento della trasmissione illecita di contenuti protetti dal diritto d’autore, mentre la Lega di Serie A ha costretto Cloudflare all’iscrizione a una piattaforma italiana che impone blocchi senza contraddittorio.

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Sebbene non facile, il riconoscimento di colpevolezza di Cloudflare ottenuto da Mediaset ha potuto sfruttare vie giuridiche già battute come quelle che portano al diritto d’autore, mentre Piracy Shield ha un background nuovo che continua a ricevere critiche anche internamente ad AGCOM; come dimostra il caso della commissaria Elisa Giomi che recentemente ha ricevuto una diffida per avere espresso dubbi su Piracy Shield.