In seguito all'annullamento del Safe Harbour che governava il trasferimento di dati personali tra Europa e Stati Uniti, l'Unione Europea sta cercando faticosamente di trovare un nuovo accordo, per togliere dal limbo più di 4000 aziende che giornalmente lavorano con dati di cittadini europei. Tra questi ci sono diversi giganti dell'Internet economy, come social network, servizi di cloud storage, streaming, e così via, per la maggior parte aziende statunitensi che trasferiscono i dati su server americani, dove, Snowden insegna, sarebbero alla mercé dello spionaggio del governo. Proprio per questo motivo, l'Europa starebbe pensando di coinvolgere maggiormente i garanti della privacy nazionali, a cui i cittadini potrebbero rivolgersi direttamente per sottoporre le proprie richieste relative al trattamento dei dati personali da parte delle aziende che opereranno secondo il nuovo trattato. Ciò risponderebbe in parte a quanto sollevato dalla Corte di Giustizia Europea, che evidenziava come un trattato europeo non può scavalcare i diritti fondamentali garantiti dagli Stati nazionali. Non è chiaro però esattamente quale potere verrebbe conferito alle authority nazionali. Per il momento la Commissione Europea non conferma, ma secondo quando riportato da Reuters, l'obiettivo di raggiungere un nuovo accordo entro gennaio sembra sempre più lontano.
Contro lo spionaggio USA, l'Europa vuole più potere per le authority nazionali

Nel nuovo trattato che dovrà colmare il vuoto legislativo lasciato dall'annullamento del Safe Harbour, l'Unione Europea vorrebbe dare maggior peso alle authority di ciascun paese. Ma con quale potere?
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