La United States Space Force - che è il ramo delle forze armate statunitensi dedicato alle operazioni nello spazio - ha selezionato l’azienda Gravitics per sviluppare e testare l’Orbital Carrier, un sistema spaziale pensato per il dispiegamento rapido di veicoli in risposta a minacce in orbita. Il progetto riceverà fino a 60 milioni di dollari attraverso il programma STRATFI di SpaceWERX (cioè, il braccio innovativo della U.S. Space Force), che unisce fondi governativi, finanziamenti SBIR (Small Business Innovation Research) e anche investimenti privati.

L’Orbital Carrier è concepito come una piattaforma di lancio pre-posizionata nello spazio, che sarà in grado di ospitare e rilasciare su richiesta veicoli manovrabili per compiti tattici.

Il progetto prende forma in un contesto in cui le potenze rivali degli USA, soprattutto Russia e Cina, stanno sviluppando sistemi antisatellite sempre più sofisticati; quindi, anche nello spazio, la capacità di risposta rapida diventa essenziale, dato che questo sistema bypasserebbe i vincoli intrinseci dei lanci tradizionali da terra.

Fondata nel 2021 e con sede a Seattle, Gravitics è un’azienda specializzata in infrastrutture spaziali su larga scala. Dopo aver sviluppato il modulo StarMax, pensato per le future stazioni spaziali commerciali, la società ha stretto collaborazioni strategiche con NASA, Axiom Space e ora con la Space Force. A guidarla è Colin Doughan, ex dirigente Lockheed Martin e fondatore della startup Altius Space Machines, poi acquisita da Voyager.

Il modulo StarMax di Gravitics

Secondo alcune testate, un lancio dimostrativo dell’Orbital Carrier potrebbe avvenire già nel 2026, ma non ci sono ancora conferme ufficiali né da parte della U.S Space Force né da Gravitics.

Secondo il sito Payload, per la sua futura dimostrazione, Gravitics prevede di lanciare un veicolo più piccolo rispetto alla versione finale dell’Orbital Carrier, la quale dovrebbe garantire un volume di 60 metri cubi e una massa del carico al lancio compresa tra 5.000 e 10.000 kg.