Paragon Solutions, l'azienda israeliana che sviluppa software per la sorveglianza avanzata, ha deciso di sospendere i propri rapporti con l’Italia in seguito alle accuse di utilizzo improprio del suo spyware "Graphite".
La decisione, riportata testate come l’israelian Haaretz e il Guardian, sarebbe maturata dopo che l’Italia non avrebbe fornito spiegazioni esaustive sui presunti abusi del software, in particolare nei confronti di giornalisti e attivisti.
L'accusa di Meta e l'uso di "Graphite"
La vicenda è esplosa a fine gennaio a seguito delle segnalazioni di Meta, azienda proprietaria di WhatsApp, che ha avvisato circa 90 utenti, tra cui anche alcuni italiani, della violazione dei loro dispositivi.
Tra le persone italiane coinvolte figurano il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e l’attivista Luca Casarini, capomissione dell’Ong Mediterranea.
Secondo le informazioni diffuse, lo spyware avrebbe sfruttato falle nei sistemi operativi per accedere ai dispositivi senza richiedere alcuna interazione da parte degli utenti.
"Graphite", solitamente venduto solo a governi per finalità di sicurezza, è regolato da contratti che ne limitano l’uso a contrastare minacce come il terrorismo. Tuttavia, Paragon ha sospeso l’accesso alla piattaforma di gestione del software per l'Italia poiché, almeno secondo le fonti, ritiene che il governo possa aver violato queste clausole.
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La posizione del governo e le indagini in corso
Palazzo Chigi, in un comunicato ufficiale del 5 febbraio, ha dichiarato che le utenze italiane compromesse sarebbero solo sette e ha escluso qualsiasi coinvolgimento dell’intelligence nazionale nello spionaggio di giornalisti.
Sulla questione il governo ha attivato l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), mentre Adnkronos riferisce se ne sta occupando anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir).
Parallelamente, il Citizen Lab dell’Università di Toronto sta analizzando il dispositivo di Luca Casarini per chiarire l’origine e la portata delle violazioni. Il Citizen Lab è un consulente di Meta che la stessa società aveva indicato alle persone spiate come ente a cui rivolgersi per avere una valutazione della compromissione dei dispositivi.
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