Certe prove iniziano, fanno giri immensi e poi ritornano. Citazione a parte, questa è la storia della prova di uno smartwatch per sport e avventura; una prova, che se fatta seriamente, non può essere certamente esaurita in pochi giorni.
Per questo, la nostra recensione inizia qui (in realtà è già iniziata da qualche settimana) e proseguirà a tappe lungo l'esperienza di utilizzo nel corso dei prossimi due-tre mesi. L'oggetto in questione è il T-Rex 3 di Amazfit, uno smartwatch completo, molto tecnico, di chiara impronta "maschile", non fosse altro che la stazza non è propriamente quella degli orologi più piccoli.
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D'altronde il nome T-Rex (questa è la terza edizione) è abbastanza programmatico da questo punto di vista, non poteva essere altrimenti.
Ebbene, ci siamo sfilati l'Apple Watch, uscendo dalla nostra comfort zone, e abbiamo indossato questo T-Rex provandolo a tutto tondo nella vita di tutti i giorni. E i primi risultati sono già stupefacenti. Ma andiamo per gradi.
Tanti sensori e 170 discipline sportive gestite
Premettiamo che Amazfit, brand del gruppo Zepp (non a caso l'app di controllo si chiama proprio Zepp), non ha nulla a che vedere con Amazon, con cui condivide solo la prima parte del nome. Amazfit realizza diversi modelli di wearable di cui il T-Rex è il top di gamma, con le sue funzioni complete e i 299 euro di listino. Un prezzo di fascia alta nella gamma Amazfit, ma clamorasamente competitivo se confrontato con quelli della gamma Apple e degli altri primari produttori di smartwatch rugged multisport, come Garmin, Suunto e simili: in molti casi per avere prestazioni simili, tocca sborsare più del doppio. Tanto più che nel momento in cui scriviamo, il T-Rex 3 si trova anche a meno (269 su Amazon per esempio).
Il T-Rex 3 offre innanzitutto un display circolare AMOLED da 1,5" da 2000 nit, protetto da un Gorilla Glass, ben visibile in tutte le condizioni di illuminazione.
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Molti i sensori a bordo: battito cardiaco, frequenza respiratoria, saturazione ossigeno, temperatura della pelle sul fronte dei dati legati alla salute; sensore barometrico, temperatura e livello di illuminazione per quanto riguarda i dati ambientali; GPS a doppia banda con 6 sistemi di localizzazione, giroscopio e bussola per quello che riguarda il posizionamento e il movimento.
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Il tutto con un software particolarmente ricco, con oltre 170 modalità di allenamento sportivo e ricreativo (le principali precaricate, altre caricabili via app), compreso il padel, gli sport invernali, tutti i principali sport con la palla, ma anche molte discipline di danza e, curiosamente, giochi come il biliardino o addirittura giochi da tavolo, come il Bridge o gli scacchi.
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Il monitoraggio prosegue anche al di fuori dell'attività sportiva, anche nel riposo: il battito cardiaco e la saturazione sono rilevanti in continuo e il T-Rex registra anche le sessioni di sonno (computando separatamente sonno leggero, sonno profondo e sonno REM) e non si fa sfuggire i "pisolini", che identifica correttamente come tali: grande precisione in questo rilevamento, che non viene ingannato dalla postura o dal fatto di rimanere a letto per esempio a leggere o guardare TV o smartphone, attività che non vengono correttamente assimilate al sonno.
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E soprattutto questo T-Rex 3 integra un allenatore virtuale capace - questa è la promessa - condurti passo dopo passo al raggiungimento di obiettivi specifici.
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La cosa interessante è che non si tratta semplicemente di un sistema che stila una tabella di allenamenti sulla base di un obiettivo e la precarica sullo smartwatch, ma qualcosa di più evoluto. Infatti, sulla base sei parametri raccolti dai sensori, sia relativi agli allenamenti precedenti che riguardanti i parametri vitali (battito cardiaco, qualità e durata del sonno, temperatura e così via), il sistema dovrebbe correggere il piano di allenamento per migliorare le performance ed evitare affaticamenti dannosi per la preparazione.
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Noi, non appena il meteo milanese sarà un pizzico più clemente, daremo il via a un programma gestito dall'intelligenza artificiale per portare entro fine maggio i tempi sui 10 km di corsa sotto i 50 minuti (ora sui 55). Vedremo se, con tutta la costanza del caso, il T-Rex 3 ci porterà al traguardo desiderato.
Interessante anche il sistema di navigazione integrato, con le mappe offline caricabili sul device, così da averne la visualizzazione anche fuori copertura cellulare. La cornice è d'acciaio (il telaio intero no, a vantaggio del peso) e la tenuta sott'acqua è di 45m. Insomma, un apparecchio completo, fin troppo per le nostre velleità sportive e d'avventura, che certamente non ci permetteranno di testare tutte le 170 discipline supportate.
Una batteria incredibile: indossato 24/7, l'abbiamo caricato l'ultima volta nel 2024. Dopo 27 giorni è ancora carico.
Un primo test, in realtà l'abbiamo già condotto e dimostra, se ce ne fosse bisogno, che una prova di questo tipo non può certo essere fatta in una settimana: la batteria è addirittura tale da farti dimenticare che esista. Da quando abbiamo iniziato la prova, abbiamo caricato solo una volta, il 30 dicembre dell'anno scorso: indossando l'orologio giorno e notte, avendo anche fatto qualche sessione di running all'esterno (quindi con il tracciamento GPS), con il rilevamento dei parametri vitali sempre attivo, dopo oltre 3 settimane, il giorno 26 gennaio 2025, il livello della batteria residua è sceso sotto il 9%. Siamo ben lontani dalla necessità di ricaricare ogni giorno e mezzo di Apple Watch.
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Una tenuta stupefacente, destinata a sfiorare un mese di autonomia, che permette il vero utilizzo per il tracciamento anche del sonno, così importante nell'equilibrio psicofisico che poi determina lo stato di forma. Forma che il T-Rex 3 valuta continuamente e sulla base del quale rimodula il carico di allenamento per evitare sovraccarichi e sforzi eccessivi: vedremo durante le sessioni di allenamento gestito come sarà. Se poi per una volta al mese ci si leva l'orologio per le 3 ore necessarie per la ricarica, le statistiche dei dati biometrici non ne soffriranno eccessivamente.
L'app è di facile utilizzo e riassume e organizza tutti i dati raccolti, oltre a permettere la configurazione dell'orologio.
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Unico vero limite, fino ad adesso, è la mancanza di uno speaker, il che impedisce per esempio di rispondere direttamente alle chiamate in ingresso dallo smartwatch: si riceve la notifica e si può rispondere se si ha un auricolare o una cuffia bluetooth connessa.
Per questo "primo tempo" ci fermiamo qui: la nostra esperienza con il T-Rex 3 prosegue verso il raggiungimento del nostro obiettivo di allenamento: vedremo se il coach virtuale di Amazfit sarà così bravo da farcela (e anche noi). Stay tuned.
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