"Questa è senza dubbio la macchina più potente che abbiamo mai progettato". Parola di Rob Herman, Vice President Workstation di Lenovo, mentre in uno centro semi-segreto di ricerca automobilistica nella campagna a nord di Londra accarezza la nuova creatura, la Lenovo PX (da pronunciare "P ten"), la "supercar" delle workstation Lenovo. Sì, una workstation che ricorda - e non è solo un caso - una supercar: si celebra infatti anche la partnership tra Lenovo e Aston Martin, società che utilizza le workstation Lenovo per la progettazione delle proprie automobili e che si è trasformata da puro cliente a co-creatore della nuova linea di macchine destinate alla progettazione a computer. "Un processo che è durato tre anni, tra l'altro anche con tutte le difficoltà dettate dalla pandemia - ci ha raccontato Rob Herman - e che ha portato a una riprogettazione completa delle macchine".
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Aston Martin ha infatti messo a disposizione il proprio dipartimento di design e progettazione (clienti e grandi utenti di workstation), molto esperto ovviamente sulla fluidodinamica, a favore degli ingegneri Lenovo. Obiettivo realizzare una macchina che, proprio come le Aston Martin Vantage che abbiamo provato in pista toccando i 270 km/h, riescano a mettere a terra tutta l'incredibile potenza che sono in grado di produrre, con comfort e sicurezza e soprattutto con grande affidabilità.
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Chi usa le workstation?
Volendo ben vedere, non c'è una linea di confine che separa in maniera netta PC "ordinari" e workstation. La parola stessa però definisce che le seconde sono pensate per ambienti di lavoro, generalmente ad alta affidabilità ed alte prestazioni. "Il mercato delle workstation è in crescita - ci racconta Rob Herman - ed è dominato per più della metà da usi rivolti alla progettazione e prototipazione digitale. A queste applicazioni si aggiungono poi quelle relative alla computer graphic e agli impieghi creativi e anche agli impieghi in medicina e ricerca, dove la diagnostica per immagini unita ad applicazioni di intelligenza artificiale sta diventando sempre più importante". Appunto, e l'intelligenza artificiale? Le workstation normalmente equipaggiate con GPU potentissime, non vengono usate anche a questo scopo? Ancora Herman: "Sì, ma solo per applicazioni particolari. Per esempio per mettere a punto un modello di AI con alti livelli di riservatezza, per i quali si preferisce, almeno in una fase prototipale, non far uscire nulla da una macchina sola verso i server".
Lenovo ha nel settore delle workstation una quota di mercato attorno al 22% e nello scorso anno è cresciuta a doppia velocità rispetto al mercato. Mercato che divide prevalentemente con Dell e HP.
La nuova serie Thinkstation P e la sua ammiraglia PX (che si legge "P ten")
Dalla collaborazione con Aston Martin - ben più di un puro co-marketing - è nata la nuova serie ThinkStation P, composta dall'ammiraglia PX e dalle sorelline minori (si fa per dire) P7 e P5. E il tocco di Aston Martin si vede subito dallo stile delle macchine: "Sono certamente degli strumenti di lavoro - ci ricorda Rob Herman - ma sono anche belle da vedere e soprattutto da usare". I riferimento più evidente è al profilo rosso fuoco (da sempre il colore della potenza) che disegna e circonda il frontale della macchina. E poi la mascherina frontale che ricorda da vicino quelle delle migliori Aston Martin: la funzione è la medesima, ovverosia "mascherare" lasciando libero accesso all'aria indispensabile per il raffreddamento. Anche i materiali sono "importatnti": la ThinkStation PX si solleva a fatica con due braccia, è un vero "lingotto" di tecnologia, che attrae inevitabilmente i nostri occhi e la nostra attenzione nerd tanto quanto quelli di un appassionato di auto vengono catturati dalla Vantage che abbiamo condotto in pista.
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Infatti, al di là dell'estetica, indubbiamente curatissima, quello che più conta sono gli aspetti costruttivi.
La ThinkStation PX, per esempio, già a colpo d'occhio si distingue per essere una sorta di "mesh-up" tra una workstation e uno storage: infatti sul frontale ci sono tre slot storage hot swap, un po' come siamo abituati a vedere sui NAS.
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Si possono inserire tre cassetti SATA per altrettanti hard disk rimovibili; in due alloggiamenti si possono inserire alternativamente dei doppi cassetti per drive M.2, che si sommano ai tre slot M.2 interni, per un totale massimo gestito di 7 unità in questo formato. Nessun compromesso neppure riguardo l'alimentazione: 1850 W che possono essere ridondati in configurazione hot swap, dotazione praticamente da server (l'esemplare mostrato non aveva il doppio alimentatore).
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Ma il "wow effect" si ha quando si apre la macchina, a partire da come la si apre: tutta al PX può essere ispezionata e smontata senza la necessità di cacciaviti o altri utensili.
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La prima sorpresa si ha quando si apre la fiancata: il "motore" della workstation (ovverosia le CPU) è coperto da un telaio plastico, proprio come accade sui moderni propulsori automobilistici. Ma non è un fatto (solo) estetico ma soprattutto funzionale: la struttura integra i condotti che distribuiscono l'aria pompata dalle tre ventole frontali verso i diversi componenti in maniera calibrata e ordinata. Per esempio, il flusso d'aria destinato al processore sistemato posteriormente non si deve accontentare del flusso che già ha raffreddato la prima CPU, ma ha un suo flusso dedicato.
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Allo stesso modo le GPU (poste nella parte alta e nella parte bassa della mainboard) hanno flussi dedicati e dimensionati a seconda delle esigenze di dissipazione. "In questo modo possiamo spingere la macchina al massimo - ci ha spiegato Herman - mantenendola raffreddata ad aria, in perfetto bilancio termico; non serve l'ingombrante e più vulnerabile raffreddamento a liquido".
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Ma veniamo alla potenza della ThinkStation PX: ovviamente la configurazione, proprio come per un'Aston Martin, può essere personalizzata a piacere. Ma nella sua più completa dotazione, la PX può montare due Xeon di quarta generazione fino a 120 core.
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Il comparto grafico, importantissimo in questa classe di macchine, può gestire fino a quattro GPU Nvidia RTX della serie 6000 Ada a doppio slot, su in alto e due in basso.
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Il "bestione" può essere equipaggiato con RAM DDR5 fino a 2 TB su 16 slot e offre un bus iperveloce PCIe Gen5.
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L'altra cosa che colpisce è che una macchina così potente e complessa possa non avere un solo cavo a vista, fatta eccezione per l'alimentazione delle GPU: tutto è su board e il risultato finale è di una pulizia progettuale assoluta, un piacere per gli occhi.
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Ovviamente una workstation così potente non può essere "silent": le tre ventole frontali che pescano l'aria e le due posteriori che la estraggono dalla macchina, un po' di rumore lo fanno per forza. "Siamo riusciti, lavorando anche con gli ingegneri di Aston Martin - ci spiega un product manager di Lenovo - a ridurre la rumorosità di questa macchina fino alla classe B, quella che è considerata compatibile con il posizionamento in postazione di lavoro e non in data center". Malgrado ciò, Lenovo ha previsto anche la possibilità di sistemare le ThinkStation PX e P7 a rack su slitte estraibili, per chi volesse sistemare la macchina in un ambiente dedicato o volesse utilizzarne la potenza in un ambiente virtualizzato e clusterizzato.
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Da questo punto di vista, sono molto interessanti alcuni dettagli, come per esempio il tasto di accensione e spegnimento della macchina ripetuto anche sul pannello posteriore (ideale per alcune situazioni di datacenter) e il piccolo display presente sul frontale che riporta il codice identificativo della macchina e un QR code che mette in comunicazione con la pagina di diagnostica della macchina.
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La versione P7 è semplificata e non ha gli slot storage frontali (c'è solo un enclosure estraibile M.2) e può montare processori un pizzico meno potenti ma sempre fino a 4 GPU Nvidia 6000 Ada Generation a doppio slot.
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La P5 invece recupera la struttura di base (non il guscio esterno) da un telaio precedente e quindi perde per esempio la possibilità di essere sistemata a rack in maniera modulare (può solo essere appoggiata a scaffale e non staffata).
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Le Thinkstation della serie P sono disponibili da qualche giorno. Impossibile dare riferimenti di prezzo per un prodotto che può cambiare drasticamente a seconda della configurazione: per dare solo un ordine di grandezza, il top di gamma, la PX, parte da circa 3500 euro a salire a seconda della dotazione hardware.
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