Anche l'India pensa allo stop per i veicoli a benzina e diesel dal 2035

Anche il subcontinente indiano potrebbe fermare la produzione e la vendita di veicoli inquinanti dal 2035, seguendo la linea tracciata dall'Unione Europea
In un’iniziativa che potrebbe cambiare profondamente il panorama della mobilità urbana in Asia (e non solo), il governo di Delhi ha avviato una serie di misure per affrontare la crisi dell’inquinamento atmosferico nella capitale indiana, una delle più gravi al mondo. Come riportato da “The Economic Times”, le autorità stanno discutendo una tabella di marcia che prevede il divieto totale alla circolazione di veicoli a benzina e diesel entro il 2035. Una scadenza che, se rispettata, porterebbe Delhi in testa alla corsa globale verso la decarbonizzazione dei trasporti. Il piano non parte da zero: da questa settimana, infatti, è già in vigore un primo provvedimento concreto. I veicoli con più di 15 anni non possono più fare rifornimento presso le stazioni di servizio cittadine. Una misura resa possibile da dispositivi installati direttamente alle pompe, in grado di identificare automaticamente le targhe e bloccare l’erogazione di carburante. “Non ci fermeremo qui”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente di Delhi, Manjinder Singh Sirsa. “Intensificheremo anche i controlli sui veicoli pesanti in ingresso in città, per garantire il rispetto degli standard ambientali”.
Oltre alle restrizioni, il piano punta su un massiccio investimento nel trasporto pubblico elettrico. Già entro quest’anno, più di 900 autobus elettrici entreranno in servizio a Delhi, contribuendo a un programma di sostituzione che coinvolgerà 5.000 mezzi su un totale di 7.500. Entro fine 2025, tutte le nuove acquisizioni di autobus dovranno essere esclusivamente a propulsione elettrica o a “carburanti puliti”, come il gas naturale compresso (CNG) o l’idrogeno. La transizione coinvolgerà anche i veicoli privati e commerciali, secondo le anticipazioni raccolte da The Economic Times, tra il 2026 e il 2027 potrebbe entrare in vigore un bando per tre-ruote e veicoli leggeri da trasporto, i tipici tuk-tuk e gli scooter da consegna. L’estensione del divieto a tutte le auto e moto private è prevista invece tra il 2030 e il 2035.
L’ambizione di Delhi ricalca in parte la strategia già adottata dalla Cina, che dopo aver collegato l’inquinamento urbano a oltre un milione di morti premature nel 2013 (secondo uno studio governativo), ha avviato una rivoluzione industriale a favore dell’elettrico. La chiusura delle centrali a carbone più obsolete, insieme a politiche fortemente incentivanti come le lotterie per targhe riservate a veicoli elettrici e l’obbligo di elettrificazione a livello nazionale, ha prodotto risultati tangibili
La mossa dell’India non passa inosservata. Con una popolazione urbana in forte crescita e un’economia in via di espansione, il subcontinente potrebbe diventare il prossimo grande laboratorio per l’elettrificazione della mobilità. E mentre in Europa e Stati Uniti si discute ancora su incentivi, proroghe e protezionismo, Delhi sembra voler procedere senza particolari paure per la sua industria automobilistica (Tata, che controlla Land Rover e fino alla scorsa settimana Jaguar, è una delle top 10 aziende automobilistiche mondiali).